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FRANCESCO CANDELORO - aprile 2009

Ospite nella Torre di Orlando dal 29 marzo al 4 aprile 2009

inaugurazione sabato 4 Aprile 2009 ore 17,00
Castiglione della Valle PG

Solitari, occasioni d’Arte nella torre di Orlando” propone un nuovo evento.
Dal 29 Marzo al 4 Aprile sarà l'artista Francesco Candeloro a soggiornare alla Torre di Orlando nel centro storico di Castiglione della Valle (Perugia).
Sabato 4 Aprile, alle ore 17,00 Francesco Candeloro presenterà quattro installazioni temporanee nelle stanze della Torre e nella sala di Via Garibaldi,4.

“Odium numquam potest esse bonum… il riso, come il gioco, è semplice Letizia; e perciò, purché non sia eccessivo, è di per sé buono. Niente infatti impedisce di divertirsi se non una torva e triste superstizione. Per qual motivo, infatti, sarebbe lecito estinguere la fame e la sete e non lo sarebbe scacciare la malinconia?... quanto maggiore è la Letizia da cui siamo affetti, tanto maggiore è la perfezione a cui passiamo”.
La famosa Proposizione XLV (e Scolio seguente) del Quarto Libro dell’Ethica ordine geometrico demonstrata di Spinoza, mi è sembrata il modo migliore per introdurre le quattro installazioni temporanee che l’artista Francesco Candeloro presenta nell’ambito della rassegna “Solitari, occasioni d’arte nella Torre di Orlando” a Castiglione della Valle.
Come l’uomo spinoziano, Candeloro non conosce risentimenti ed è innamorato della vita e dell’umanità: amor vitae come comprensione della realtà, degli uomini e del loro destino, della società, delle sue sorti e dei suoi conflitti. “Non ridere, non lugere neque detestari, sed intelligere”.
Lo sguardo “benevolo” di Candeloro emerge con forza ne Le ali della Grande Madre (nello spazio medievale di via Garibaldi, 4) originale e riuscita reinterpretazione di una Madonna della misericordia quattrocentesca, pronta a dare alla luce l’intera umanità, a proteggerla nell’abbraccio delle “ali” del suo mantello. Anche i colori ad effetto “smaltato” dei “libri” allineati dall’artista in serie geometriche, a comporre le “ali” della Grande Madre, evocano la stessa tradizione pittorica. Sotto la superficie levigata e fredda del rigore geometrico con cui Candeloro ordina la realtà, si scopre la fons vitae dell’artista che è movimento e passione.
Con un altro intervento, Candeloro sostituisce le finestre di Torre di Orlando con due lastre di plexiglas sovrapposte di colori diversi, sorta di versione post-moderna delle vetrate delle antiche chiese. Con questa operazione l’artista usa la luce non solo come elemento rivelatore di un diverso livello di coscienza della realtà, ma anche come metafora gioiosa di vita, entrando in perfetta simbiosi con l’ambiente “francescano” della laude che lo accoglie.
Il percorso tra quinte cangianti e riflettenti di fogli di acetato nella cucina della Torre, mette di nuovo il mondo –questa volta quello interno, casalingo, quotidiano- sotto una lente colorata per potenziarne la visione, coinvolgendo lo stesso spettatore ad esperire, con l’anima ed il corpo, una joie de vivre in dimensione intimista.
La quarta ed ultima installazione di Candeloro trasforma la legnaia della Torre in un deposito della memoria: l’artista, coadiuvato dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, vi ha accatastato centinaia di “occhi” colorati. Solo adesso è svelato il significato dell’ideogramma presente sulle “ali” della Grande Madre, nella sua duplice portata simbolica. In un primo senso, quell’intaglio oblungo, ossessivamente ripetuto, è l’occhio dell’artista che non riflette passivamente il mondo, ma lo ricrea costituendo la realtà in fenomeno: non dunque percezione istantanea, bensì analisi di un processo della mente. Citando il Goethe della Metamorfosi delle piante “il vedere di Candeloro è già un pensare, e il suo pensare un vedere”. E ancora con Goethe, nel secondo senso, ogni singolo “occhio” è Urphänomen. Lo sguardo dell’artista vi coglie all’unisono il principio formativo di ogni singolo uomo e l’archetipo universale di tutta l’umanità.
Giulia Clelia Levante

 



 
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